Il gruppo Caproni negli anni Trenta arrivò ad includere più di 20 società.
L’attività di queste ditte era principalmente nel settore aeronautico: produzione dei velivoli Caproni, produzione su licenza (in particolare di velivoli Savoia-Marchetti) e sviluppo di progetti in maniera autonoma.
Il gruppo Caproni aveva aziende collegate anche all’estero:
- Stati Uniti,
- Belgio,
- Bulgaria
- Perù.
Fra i principali stabilimenti di produzione si ricordano:
Officine Caproni a Taliedo.
Situate in via Mecenate a Milano
I velivoli prodotti sono:
- Re 2000
Cantieri Aeronautici Bergamaschi (CAB). Caproni Bergamasca.
I velivoli realizzati e sviluppati da questa consociata sono quelli della serie 300.
Progettati da Cesare Pallavicino, Ca.309, Ca.310, Ca.311, Ca.313 e Ca.314.
Prima dei bimotori la ditta si era cimentata nell’assaltatore Caproni A.P.1.
Aeroplani Caproni Trento.
Questa ditta sopravvisse al crollo della casa madre come officina per la manutenzione e riparazione di velivoli. Nel 1951 progettò il Caproni Trento F.5 un piccolo biposto da addestramento potenziato da un turboreattore.
Caproni Vizzola.
La ditta costruttrice di alianti, con sede a Vizzola Ticino, fu l’ultima delle diverse consociate a restare in attività. Tra il 1939 ed il 1943 sviluppò diversi prototipi di caccia: i Caproni F.4, F5 e F6. Nei primi anni ottanta sviluppò il Caproni Vizzola C-22J un biposto da addestramento basico, derivato da uno dei motoalianti a getto prodotti dalla ditta. Allo sviluppo partecipò anche l’Agusta, ma il progetto non ebbe seguito. Questo è stato l’ultimo velivolo a portare il nome della Caproni, la più antica fabbrica aeronautica italiana.
Officine Reggiane.
Sviluppò i caccia della serie 2000, impiegati dalla Regia Aeronautica ed esportati anche in Svezia e Ungheria. Tradizionalmente impegnata nel settore ferroviario, durante la prima guerra mondiale la Reggiane era tra le ditte destinate alla produzione dei bombardieri della serie Ca.44, ma entrò ufficialmente a far parte del gruppo Caproni solo nel 1935.
Kaproni Bulgarski.
La ditta Avia, fondata come sussidiaria della ditta cecoslovacca Aero nel 1926 a Kasanlak in Bulgaria, venne acquisita nel 1930 dalla Caproni. La ditta principalmente produsse su licenza i velivoli della Casa Madre, ma sviluppò anche alcuni progetti indipendenti, come KB 11 Fazan (fagiano in lingua bulgara). Il 15 settembre 1942 la ditta venne nazionalizzata, e ribattezzata DSF Kasanlak. I direttori tecnici italiani Caligaris e Picini rimasero comunque al loro posto.
Caproni Aeronautica Peruana.
La società venne creata nel 1934 in Perù, principalmente per fornire uno sbocco commerciale e manutenzione ai velivoli della casa madre. La Caproni, con un contratto con il governo locale, nel 1935 assunse una posizione monopolistica con un termine di 2 anni per quanto riguarda manutenzione e costruzione di velivoli. Venne costruito su licenza anche il Ca.100 in 12 esemplari.
Aeronautica Caproni di Predappio.
Lo stabilimento divenne operativo nel 1935 e giunse a dare lavoro a 1400 dipendenti. Parte dello stabilimento era ubicato in una galleria, che lo metteva al riparo da eventuali bombardamenti di aerei nemici.
La scelta della località fu dovuta in parte a motivi propagandistici, dato che Predappio era il paese natale del Duce, ed in parte a motivi logistici: nella vicina Forlì sorgeva il più importante aeroporto militare italiano, quindi collocare nelle vicinanze un’attività di produzione di velivoli pareva ragionevole: in effetti, l’assemblaggio degli apparecchi di maggiori dimensioni era compiuto direttamente in aeroporto.
Nello stabilimento di Predappio, tra l’altro, vennero anche costruiti gli aerei trimotori Savoia Marchetti S.M. 81 Pipistrello.
Isotta Fraschini
Nel 1932 entrò in azienda l’ingegner Giovanni Battista “Gianni” Caproni, che decise di cessare la produzione della seconda versione della tipo 8 e di aumentare quella dei motori diesel su licenza MAN. La Isotta Fraschini entrò così a far parte del Gruppo Caproni. Nel frattempo Cattaneo fu sostituito da Merosi, che aveva lavorato in precedenza in Alfa Romeo e Bianchi mentre direttore generale divenne Prospero Gianferrari anche lui proveniente dall’Alfa Romeo.
Al vecchio stabilimento di Milano-Via Monterosa si aggiunsero, negli anni ’30, le fabbriche di Saronno e, successivamente, di Cavaria-Oggiona. Durante la seconda guerra mondiale la Isotta Fraschini produsse autocarri (la cui cabina era stata progettata dalla Zagato) e motori aeronautici.